Per i genitori: come riconoscere i sintomi di una vittima di bullismo.
I bambini che subiscono il fenomeno del bullismo possono assumere alcuni dei seguenti comportamenti:
- Improvviso rifiuto ad andare a scuola;
- Non riescono a concentrarsi nei compiti per casa;
- Parlano poco di ciò che accade a scuola;
- Hanno pochi amici, anche se dicono di averne molti;
- Perdono spesso oggetti di cancelleria;
- Dormono male;
- Inventano diverse scuse per non andare a scuola;
- Sono infelici e insoddisfatti;
- Possono presentare spesso lividi, graffi, abiti strappati;
- Chiedono soldi di continuo/Dicono spesso di perdere soldi;
- Compiono strani percorsi per arrivare a scuola;
- Presentano scoppi di rabbia eccessivi;
- Marinano la scuola;
- Commettono piccoli furti.
A scuola invece possono comportarsi nei modi seguenti:
- Rimangono spesso da soli durante la ricreazione;
- Vengono esclusi quando si organizzano giochi di squadra;
- Peggioramento del rendimento scolastico;
- Spesso sono depressi o spaventati;
- Stanno sempre vicino agli insegnanti;
- Non partecipano alle discussioni di classe;
- Vengono preso in giro di continuo dai compagni (che spesso riferiscono trattasi solamente di un gioco).
Una cosa da tener sempre presente è che la vittima spesso lo nasconde ai genitori e agli insegnanti. A volte perché ha paura di quello che potrebbe fargli il bullo una volta scoperto, a volte perché ha paura delle reazioni dei genitori.
Per i ragazzi: come capire quando si sta diventando vittime di bullismo.
- ricevi insulti o minacce;
- ti spingono;
- ti danno calci e pugni;
- ti fanno cadere
- ti danno dei soprannomi antipatici e ti prendono in giro;
- diffondono voci maligne su di te;
- ti offendono per la tua razza, per il tuo sesso o per la tua religione;
- fanno sorrisetti e risatine mentre stai passando;
- parlano "in codice" se sei presente;
- ricevi sms, e-mail e telefonate offensive;
- ti ignorano e ti voltano le spalle se ti avvicini;
- ti costringono a fare cose che non vuoi;
- ti rubano o nascondono i libri, la merenda, la paghetta o le altre tue cose.
Non è bullismo se…
Non si tratta di bullismo se due ragazzi o gruppi di ragazzi litigano fra loro o si picchiano perché, in questi casi, esiste una parità di forza. Ma soprattutto non è bullismo quando qualcuno attacca o minaccia un coetaneo con un coltello, procura ferite gravi o compie molestie o abusi sessuali, questi comportamenti sono dei veri e propri reati.
Non sottovalutare il problema
- perché non si tratta solo di “ragazzate”;
- perché spesso, dietro il bullismo, si celano vere e proprie azioni criminali (furti, estorsioni, vandalismi, rapine, violenze sessuali);
- perché il bullismo danneggia non solo chi lo subisce ma anche la famiglia, gli insegnanti e gli altri ragazzi che ne sono testimoni;
- perché è molto probabile che i bulli crescano compiendo prepotenze;
- perché subire prepotenze può causare danni alla sfera fisica, emotiva, intellettiva e sociale della vittima.
Se ci si accorge che un bambino è vittima di bullismo, si può:
- Coinvolgere la scuola, parlandone sempre prima con il bambino, anche se non è d’accordo. Non va posto come imposizione, ma si dovrà arrivare ad una sorta di accordo, anche se con riluttanza da parte del bambino. Questo per non farlo sentire ancora una volta vittima, stavolta dei genitori;
- Spiegate al bambino che non è l’unica vittima;
- Ripetete all’infinito a vostro figlio che lo amate, che siete dalla sua parte, e che non è assolutamente colpa sua se gli è successo questo (che tra l’altro è la verità!);
- Evitate assolutamente le “spedizioni di vendetta” a casa del bullo o di parlare direttamente e in modo sgarbato ai genitori dello stesso. Il problema non si risolve, anzi, spesso i litigi tra i genitori aggravano la situazione tra i figli (i bulli diventeranno ancora più bulli e le vittime ancora più vittime);
- Evitate di dire a vostro figlio di rispondere con altrettanto, se poi non ci riesce la sua autostima si abbasserà ulteriormente;
- Prevedete del tempo da passare con vostro figlio, per parlare di quello che prova, o per stare semplicemente con lui;
- Dategli dei compiti da eseguire (che siano alla sua portata) e fategli i complimenti per la riuscita, così da cercare di aumentare l’autostima;Non sgridateli se stanno andando male a scuola. Aumentereste il carico dei sensi di colpa: a nessuno piace andare male a scuola;Non date al bambino oggetti di valore da portare a scuola;
- Chiedetegli cosa succede durante la ricreazione, fatevi vedere interessati alla sua vita;
- Se pensate che la situazione sia veramente critica, non mandate vostro figlio a scuola finché non siete sicuri che tutto sia sistemato.
Inoltre è di fondamentale importanza insegnare al bambino delle tecniche di assertività, a riconoscere e a controllare le proprie reazioni emotive e ad misurare la propria autoefficacia in modo adeguato.
Infine, esistono dei modelli comportamentali per prevenire il bullismo e per affrontarlo attivamente quando, nonostante tutto, si diventa comunque vittime.