Fa impressione l'episodio di cronaca capitato pochi giorni fa, dove un vigile è stato aggredito e malmenato, per fortuna senza gravi conseguenze, da un gruppo formato da sei facinorosi.
Questo dimostra che anche nella tranquilla Trento i tempi sono ormai cambiati e si deve fare i conti con una nuova realtà (anche se a dire il vero è già da diversi anni che questa realtà sta prendendo gradualmente piede).
I cittadini e le FF.OO. devono fronteggiare il fenomeno di una micro-criminalità sempre più diffusa e persistente che probabilmente è stata sottovalutata per troppo tempo, forse perchè "micro".
I tipici balordi non commettono grandi crimini, ma sono sempre più numerosi, sempre più spavaldi e sempre più aggressivi, favoriti da un pericoloso lassismo legislativo e da una buona dose di impreparazione e di buonismo di facciata dei "vertici" che dovrebbero invece contrastare prontamente e decisamente questa situazione. Purtroppo gli strumenti legislativi e giuridici sono carenti e a farne le spese sono i cittadini e le stesse FF. OO.
Senza entrare troppo nei particolari (mancano troppi dati) e senza voler criticare il comportamento del vigile che ha subito l'aggressione, cercherò di fare una breve analisi dell'episodio.
Le brave persone hanno solitamente riguardo e rispetto i cosiddetti "tutori dell'ordine", cioè per chi è pagato per vigilare sulla loro sicurezza e sul rispetto delle regole perchè hanno imparato che il loro compito è basilare per ogni tipo di convivenza civile... Altrimenti sarebbe una giungla!
Il balordo, invece, li considerà semplicemente dei rompiballe, degli ostacoli fastidiosi che, se le condizioni sono favorevoli, è meglio eliminare.
Credo che l'errore principale del vigile sia stato quello di sottovalutare la cosiddetta "forza del numero". Anche se si fosse trattato di sei ragazzini, si sarebbe sempre trattato di sei persone contro una. Il "branco" moltiplica le forze, rende eroi anche i più timorosi e soprattutto toglie le inibizioni e il senso di responsabilità. Il branco "trascina" anche le persone più tranquille e rispettose a comportamenti talvolta bestiali ed efferati che mai e poi mai commetterebbero se fossero da soli. Quante volte si legge sui giornali di stupri di gruppo o di pestaggi bestiali commessi da "bravi ragazzi"... E' la tipica logica del branco!
Dunque, PRIMA di approcciare il gruppo, l'agente avrebbe dovuto richiedere appoggio. Bastava anche UN solo agente per inibire di molto la carica psicologica dei facinorosi, aumentare quella degli agenti e rendere più complicata e rischiosa l'aggressione, riducendo quindi drasticamente le probabilità della sua messa in pratica. Molto probabilmente il gruppo avrebbe "rumoreggiato" un po' e poi si sarebbe dileguato. Come dice dice il proverbio: "uno fa per uno e due fanno per tre!".
Durante l'intervista l'agente ha raccontato anche di aver cercato in tutti i modi di non dare spalle a nessuno dei contendenti. Se in molti casi questo è vero, contro un gruppo di SEI individui che ti sciamano attorno la cosa diventa praticamente impossibile ed entrano in gioco ben altri fattori, molto più importanti e decisivi che purtroppo l'agente, stando all'intervista, non conosceva.
Con un corretto addestramento ed un'adeguata preparazione tattica e psicologica è possibile però affrontare con successo questo tipo di situazioni. Naturalmente per "successo" intendo il riuscire ad allontanarsi velocemente e senza troppi danni dal luogo dell'aggressione. Sei avversari sarebbero troppi anche per Ercole in persona!
Le tecniche e le strategie da adottare contro più avversari o nel mezzo di una folla fanno parte del curriculum di base dello studente di Gutter Fighting e se ben allenate ed applicate permettono di compiere il "miracolo" di farci uscire indenni (o quasi!) da queste scabrose situazioni.
Questo dimostra che anche nella tranquilla Trento i tempi sono ormai cambiati e si deve fare i conti con una nuova realtà (anche se a dire il vero è già da diversi anni che questa realtà sta prendendo gradualmente piede).
I cittadini e le FF.OO. devono fronteggiare il fenomeno di una micro-criminalità sempre più diffusa e persistente che probabilmente è stata sottovalutata per troppo tempo, forse perchè "micro".
I tipici balordi non commettono grandi crimini, ma sono sempre più numerosi, sempre più spavaldi e sempre più aggressivi, favoriti da un pericoloso lassismo legislativo e da una buona dose di impreparazione e di buonismo di facciata dei "vertici" che dovrebbero invece contrastare prontamente e decisamente questa situazione. Purtroppo gli strumenti legislativi e giuridici sono carenti e a farne le spese sono i cittadini e le stesse FF. OO.
Senza entrare troppo nei particolari (mancano troppi dati) e senza voler criticare il comportamento del vigile che ha subito l'aggressione, cercherò di fare una breve analisi dell'episodio.
Le brave persone hanno solitamente riguardo e rispetto i cosiddetti "tutori dell'ordine", cioè per chi è pagato per vigilare sulla loro sicurezza e sul rispetto delle regole perchè hanno imparato che il loro compito è basilare per ogni tipo di convivenza civile... Altrimenti sarebbe una giungla!
Il balordo, invece, li considerà semplicemente dei rompiballe, degli ostacoli fastidiosi che, se le condizioni sono favorevoli, è meglio eliminare.
Credo che l'errore principale del vigile sia stato quello di sottovalutare la cosiddetta "forza del numero". Anche se si fosse trattato di sei ragazzini, si sarebbe sempre trattato di sei persone contro una. Il "branco" moltiplica le forze, rende eroi anche i più timorosi e soprattutto toglie le inibizioni e il senso di responsabilità. Il branco "trascina" anche le persone più tranquille e rispettose a comportamenti talvolta bestiali ed efferati che mai e poi mai commetterebbero se fossero da soli. Quante volte si legge sui giornali di stupri di gruppo o di pestaggi bestiali commessi da "bravi ragazzi"... E' la tipica logica del branco!
Dunque, PRIMA di approcciare il gruppo, l'agente avrebbe dovuto richiedere appoggio. Bastava anche UN solo agente per inibire di molto la carica psicologica dei facinorosi, aumentare quella degli agenti e rendere più complicata e rischiosa l'aggressione, riducendo quindi drasticamente le probabilità della sua messa in pratica. Molto probabilmente il gruppo avrebbe "rumoreggiato" un po' e poi si sarebbe dileguato. Come dice dice il proverbio: "uno fa per uno e due fanno per tre!".
Durante l'intervista l'agente ha raccontato anche di aver cercato in tutti i modi di non dare spalle a nessuno dei contendenti. Se in molti casi questo è vero, contro un gruppo di SEI individui che ti sciamano attorno la cosa diventa praticamente impossibile ed entrano in gioco ben altri fattori, molto più importanti e decisivi che purtroppo l'agente, stando all'intervista, non conosceva.
Con un corretto addestramento ed un'adeguata preparazione tattica e psicologica è possibile però affrontare con successo questo tipo di situazioni. Naturalmente per "successo" intendo il riuscire ad allontanarsi velocemente e senza troppi danni dal luogo dell'aggressione. Sei avversari sarebbero troppi anche per Ercole in persona!
Le tecniche e le strategie da adottare contro più avversari o nel mezzo di una folla fanno parte del curriculum di base dello studente di Gutter Fighting e se ben allenate ed applicate permettono di compiere il "miracolo" di farci uscire indenni (o quasi!) da queste scabrose situazioni.
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