- Ti senti perseguitata con telefonate, messaggini, minacce, molestie e qualsiasi altro atteggiamento che ti mette a disagio?
Potresti essere vittima di "stalking". Con il termine “stalking” si intende un insieme di comportamenti tramite i quali una persona affligge un’altra con intrusioni e comunicazioni ripetute e indesiderate, a tal punto da provocargli ansia o paura.
Queste condotte indesiderate possono comprendere:
lettere, telefonate, l’invio di sms ed e-mail, non solo rivolte direttamente alla vittima ma anche contro famiglia, amici e colleghi; comportamenti dello stalker diretti ad avvicinare in qualche modo la vittima. Tra questi i più diffusi sono i pedinamenti, il presentarsi alla porta dell’abitazione o gli appostamenti sotto casa, recarsi negli stessi luoghi frequentati dalla vittima o svolgere le stesse attività.
- Chi è lo stalker?
Esistono 5 tipi di stalker:
- Il rifiutato - lo stalker può essere un ex-partner, non accetta la fine della relazione e fa di tutto per recuperare il rapporto precedente o per vendicarsi per essere stati lasciati. Inizialmente si pone come una persona distrutta che non riesce a stare senza la sua ex e per questo la tempesta di messaggi, di telefonate, tentando di avvicinarla, poi però si mostra anche aggressivo sia verbalmente sia fisicamente e può in escalation arrivare a scegliere l’omicidio come il modo estremo per sancire il controllo sulla vita altrui.
- Il cercatore di intimità - alcuni stalker prendono di mira conoscenti, o anche sconosciuti per stabilire con loro una relazione sentimentale. Una parte di questi soggetti ha semplicemente gravi difficoltà nell’instaurare una relazione normalmente. Non sono soggetti particolarmente pericolosi anche se il loro comportamento procura un forte fastidio in chi lo subisce.
- L’incompetente - sono corteggiatori falliti che non riescono ad entrare in sintonia con il partner desiderato, e anzi lo considerano come un oggetto. L’incompetente pensa di avere il diritto di ottenere ciò che vuole e se non lo ottiene diventa maleducato, aggressivo, manesco. Il forte bisogno di possesso e di conquista lo porta a considerare l’altro come un semplice oggetto. Le molestie durano per un periodo abbastanza limitato nel tempo e spesso lo stalker desiste con una vittima per passare ad un’altra.
- Il rancoroso - questi stalker molestano persone allo scopo di vendicarsi per qualche torto reale o presunto. L’obiettivo è spaventare la vittima e danneggiarla in vari modi. Considera giustificati i propri comportamenti, da cui trae confortanti sensazioni di potere che hanno poi l’effetto di rinforzarlo inducendolo a continuare. Non sono rarissimi i casi di omicidio perpetrati da questa tipologia di stalker.
- Il predatore - altri ancora mettono in atto condotte di stalking (soprattutto pedinamenti) nelle fasi preparatorie di un’aggressione di solito di tipo sessuale. Prova soddisfazione e senso di potere nell’osservare la vittima di nascosto, nel progettare l’agguato senza minacciare o lasciar trapelare in anticipo le proprie intenzioni. All’interno di questa tipologia possono ricadere gli stupratori seriali. Sono persone potenzialmente pericolose anche se non sempre trasformano le loro intenzioni in atti. Non è una tipologia di stalker fortunatamente diffusa.
- Cosa differenzia lo stalking da un comportamento ‘normale’?
- l’attore della molestia, lo stalker, agisce nei confronti di una persona che è designata come vittima in virtù di un investimento ideo-affettivo, basato su una situazione relazionale reale, oppure parzialmente o totalmente immaginata;
- lo stalking si manifesta attraverso una serie di comportamenti basati sulla comunicazione e/o sul contatto, ma in ogni caso connotati dalla ripetizione, insistenza e intrusività;
la pressione psicologica legata alla “coazione” comportamentale dello stalker e al terrorismo psicologico effettuato, pongono la vittima in uno stato di allerta, di emergenza e di stress psicologico. Questi vissuti psicologici possono essere legati sia alla percezione dei comportamenti persecutori come sgraditi, intrusivi e fastidiosi, che alla preoccupazione e all’angoscia derivanti dalla paura per la propria incolumità.
- Quali sono i pericoli connessi allo stalking?
- Quali sono i pericoli connessi allo stalking?
La vita della vittima di stalking può divenire particolarmente difficile: molte persone, per timore di ricevere nuove molestie, hanno paura di uscire di casa,
non riescono a mantenere il proprio lavoro, non sono in grado di instaurare nuove relazioni e quindi sono incapaci di salvaguardare la propria quotidianità.
La ricerca ha dimostrato che molte vittime, in seguito a tali esperienze, soffrono di ansia, depressione o disturbo post-traumatico da stress.
Esiste anche il pericolo, pur limitato, che la vittima possa subire vere e proprie forme di violenza da parte dello stalker. Questo, in particolare, accade laddove lo stalker sia un ex-partner.
- Quanto è diffuso lo Stalking?
non riescono a mantenere il proprio lavoro, non sono in grado di instaurare nuove relazioni e quindi sono incapaci di salvaguardare la propria quotidianità.
La ricerca ha dimostrato che molte vittime, in seguito a tali esperienze, soffrono di ansia, depressione o disturbo post-traumatico da stress.
Esiste anche il pericolo, pur limitato, che la vittima possa subire vere e proprie forme di violenza da parte dello stalker. Questo, in particolare, accade laddove lo stalker sia un ex-partner.
- Quanto è diffuso lo Stalking?
Secondo l’indagine realizzata dall’Istat (2007) su “La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia – anno 2006” con un campione rappresentativo di 25 mila donne fra i 16 e i 70 anni, il 18,8% ha subìto violenza fisica o sessuale o atti persecutori da parte di un ex partner. Sono quasi il 50% delle donne vittime di violenza fisica o sessuale ad aver subìto anche comportamenti persecutori. Il 68,5% dei partner ha cercato insistentemente di parlare con la donna contro la sua volontà, il 61,8% ha richiesto ripetutamente appuntamenti per incontrarla, il 57% l’ha aspettata fuori di casa o a scuola o al lavoro, il 55,45% ha inviato messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati, il 40,8% l’ha seguita o spiata e l’11% ha adottato altre strategie.
Lo stalking diventa reato per la prima volta nel 1990 in California, dopo che un’anchorwoman fu uccisa da un suo ammiratore. L’attenzione nei confronti del fenomeno poi è via via aumentata a seguito dell’emergere degli atteggiamenti mitomani nei confronti di personaggi pubblici, dello spettacolo, politici, perseguitati da persone spesso sconosciute. Fra il 1990 e il 1993 tutti gli Stati degli Usa hanno approvato una propria legge antimolestatori. In Europa, attualmente, ci sono otto Paesi che hanno una normativa specifica contro lo stalking (Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Gran Bretagna). La pena prevista cambia da nazione a nazione (le pene massime vanno dai 6 mesi di reclusione previsti a Malta ai 10 anni contemplati dalla normativa tedesca).
In Italia, solo da pochi anni lo stalking è diventato reato. E’ stato introdotto nel codice penale (art. n. 612 bis) con il decreto legge del 24 febbraio 2009, poi è stato convertito in legge (n. 38 del 25 aprile 2009). La nuova legge per porre fine, nel più breve tempo possibile, agli atti persecutori, dà la possibilità alla persona offesa dal reato, fino a quando non decide di querelare il suo persecutore, di esporre i fatti all'autorità di pubblica sicurezza, avanzando una richiesta al Questore di ammonimento.
In Italia, solo da pochi anni lo stalking è diventato reato. E’ stato introdotto nel codice penale (art. n. 612 bis) con il decreto legge del 24 febbraio 2009, poi è stato convertito in legge (n. 38 del 25 aprile 2009). La nuova legge per porre fine, nel più breve tempo possibile, agli atti persecutori, dà la possibilità alla persona offesa dal reato, fino a quando non decide di querelare il suo persecutore, di esporre i fatti all'autorità di pubblica sicurezza, avanzando una richiesta al Questore di ammonimento.
Il Questore, assunte se necessario informazioni dagli organi investigativi e sentite le persone informate dei fatti, ove ritenga fondata l'istanza, ammonisce oralmente il soggetto nei cui confronti è stato richiesto il provvedimento, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale. In particolare, l'art. 7 della Legge 38/09 prevede che "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo tale da cagionare un perdurante e grave stato d'ansia o di paura ovvero ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
La pena è aumentata se il fatto è commesso da coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia legata da relazione affettiva alla persona offesa. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità di cui all'art. 3 della legge 5/2/1992 n. 104, ovvero con armi o da persona travisata. Il delitto è punito a querela della persona offesa.
Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. Si procede tuttavia d'ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all'art. 3 della legge 5/2/1992 n. 104, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio".
Conseguenze psicologiche dello stalking
Diversi studi in tutto il mondo hanno evidenziato come l’esperienza di stalking produca spesso danni significativi e addirittura veri e propri disturbi psichiatrici.
Alcuni studi hanno rilevato l’insorgenza di depressione, ansia e disturbi post-trumatici da stress tra le vittime di stalking.
Conseguenze psicologiche dello stalking
Diversi studi in tutto il mondo hanno evidenziato come l’esperienza di stalking produca spesso danni significativi e addirittura veri e propri disturbi psichiatrici.
Alcuni studi hanno rilevato l’insorgenza di depressione, ansia e disturbi post-trumatici da stress tra le vittime di stalking.
Per disturbo post-traumatico da stress si intende un complesso di sintomi conseguenti ad un evento traumatico di particolare rilevanza. Tra questi:
- il rivivere il trauma sotto forma di pensieri, ricordi e sogni ricorrenti e intrusivi;
- l’iperreattività fisiologica, che si manifesta ad esempio con un aumentato stato di allerta;
- l’evitamento di stimoli collegati all’evento traumatico.
Altre ricerche hanno rilevato, quali conseguenze dello stalking, sostanziali cambiamenti negativi della personalità; in particolare, quelli descritti con maggiore frequenza sono stati l’aumento della prudenza, della sospettosità, dell’ansia e dell’aggressività.
Le conseguenze psicologiche quindi maggiormente riscontrate sono:
- Depressione.
- Ansia.
- Sospettosità.
- Disturbo post traumatico da stress.
Altre conseguenze dello Stalking
Oltre agli effetti psicologici, vi sono altre conseguenze comuni nelle vittime di
Stalking. Molte mostrano una limitazione della vita sociale. Quasi sempre sono costrette a cambiare numero di telefono ed indirizzo di posta elettronica.
Alle volte le vittime sono costrette a cambiare lavoro, alcune devono anche cambiare casa o residenza. In alcuni casi, lo stalking compromette un rapporto sentimentale in corso, determinandone la fine.
- Cosa puoi fare se sei vittima di uno stalker?
Non esistono facili soluzioni al problema dello stalking, dal momento che non tutte le situazioni sono uguali.
Prima di tutto ricordati che le strategie rivelatesi utili per combattere lo stalking sono molteplici, ma non tutte sono adatte a tutte le situazioni. Ne consegue che le vittime dovranno individuare gli strumenti più idonei alla propria particolare situazione.
Prima di tutto ricordati che le strategie rivelatesi utili per combattere lo stalking sono molteplici, ma non tutte sono adatte a tutte le situazioni. Ne consegue che le vittime dovranno individuare gli strumenti più idonei alla propria particolare situazione.
Un punto di partenza nella lotta allo stalking è quello di rendere le vittime consapevoli. A volte, invece, si tende a sottovalutare il rischio e a non prendere le dovute precauzioni.
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