sabato 5 luglio 2014

Stress, Paura e Panico.

Esistono varie forme di paura, ma sicuramente l'idea di essere feriti o uccisi da un nostro simile può essere talmente insopportabile, da paralizzare un qualsiasi individuo non preparato.
Si tratta del cosiddetto "stress da combattimento",il quale ha una psicofisiologia particolare, per certi versi unica e non assimilabile ad altre forme di stress, come quello da competizione, per esempio.

Appena il cervello riconosce una situazione di pericolo potenzialmente mortale, le ghiandole surrenali rilasciano un forte quantitativo di adrenalina nel sistema circolatorio.
L'adrenalina è un ormone in grado di produrre intensi cambiamenti fisici, percettivi e psichici tra i quali:

- aumento della frequenza cardiaca e pressione sanguigna
- aumento della sudorazione (correlato allo sfruttamento intensivo delle risorse di energia già immagazzinate dal corpo)
- aumento della frequenza respiratoria (come sopra)
- riduzione della produzione di saliva e di muco (bocca secca)
- aumento della massa e del tono muscolare e della forza fisica
- forte riduzione della percezione del dolore
- dilatazione delle pupille
- richiamo di sangue dalla periferia al centro (estremità fredde)
- aumento della capacità di coagulazione del sangue
- contrazione di muscoli e tendini allo scopo di fare scattare il corpo

A livello psichico e sensoriale, il rilascio di adrenalina nel sangue determina i seguenti effetti:

- riduzione della capacità di ragionamento e di ricordare
- effetto tunnel (riduzione del campo visivo, con perdita della visione periferica)
- diminuzione della percezione uditiva (i suoni sembrano attutiti o ovattati)
- effetto moviola (alterazione della percezione del tempo, visione al rallentatore)
- effetto bianco e nero (alterazione della percezione dei colori)
- disagio legato alla comparsa ed al diffondersi della paura


Lo stess da combattimento, può inficiare pesantemente le prestazioni del combattente, per cui, in presenza di un vero scontro "da strada" (potenzialmente mortale, quindi), anche persone sulla carta preparate (per esempio esperti in arti marziali, praticanti di sport da combattimento) si trovano in seria difficoltà o nell'impossibilità di replicare prestazioni che in palestra riescono senza problemi.
Il problema sembra legato anche alla frequenza cardiaca che, come già detto, aumenta vigorosamente sotto l'effetto dell'adrenalina, ma che provvoca effetti diversi in relazione al suo aumentare.
In pratica, più aumentano i battiti, maggiore è lo scadimento delle prestazioni del combattente.
In un celebre studio di Grossman & Co viene esposto uno schema riassuntivo molto eloquente:

80 bpm - frequenza normale
115 bpm - deterioramento delle abilità motorie fini
145 bpm - deterioramento delle abilità motorie complesse
175 bpm - deterioramento dei processi cognitivi
vasocostrizione
perdita della visione periferica (effetto tunnel)
perdita della percezione profondità/distanza
esclusione uditiva
oltre i 175 bpm:
- reazioni irrazionali di attacco e fuga
paralisi
perdita del controllo di svinteri/vescica
attività motorie grossolane


La cosa più importante da notare al riguardo, è che questi sintomi/effetti sono specifici dello stress da combattimento e non compaiono affatto in altre forme di stress, come per esempio nel combattimento sportivo, o nello sport intenso.
Durante le competizioni, infatti, la frequenza cardiaca può raggiungere e anche superare i fatidici 175 bpm ma non avremo gli effetti che ho elencato sopra.

Questa problematica costituisce un enorme ostacolo per gli istruttori di difesa personale e per tutti quelli che devono formare qualcuno per il combattimento reale.
Il problema è talmente enorme che la maggior parte non se ne occupa affatto e, quelli che lo fanno, il più delle volte se ne occupano nel modo sbagliato.

Riassumendo, per allenare qualcuno ad affrontare lo stress da combattimento, allo scopo quindi di limitare gli effetti negativi della paura, occorre creare delle situazioni di rischio realistiche per l'allievo, al limite del codice penale.
Alcuni istruttori, invece, prendono la scorciatoia di sottoporre gli allievi ad un intenso stress fisico/atletico con esercizi faticosi, frenetici ed intensi fino a scoppiare.
Secondo loro, allenarsi a questo tipo di stress equivale ad allenarsi al combattimento reale (e letale).
Purtroppo non è così, e ancora una volta si rischia di allenare persone destinate ad acquisire false sicurezze, destinate a costar care.

[Fonte: Franco Stevens - forum: tuttosuisistemididifesapersonale]

Nessun commento:

Posta un commento