Nell'immaginario collettivo il pugno è la nostra arma naturale. Fin dai tempi degli antichi greci la Nobile Arte del pugilato insegna ad usare in maniera razionale e scientifica le nostre mani strette a pugno e ad usarle come arma. Effettivamente, nelle mani di un atleta esperto e ben allenato, questo è vero però (c'è sempre un però a questo mondo!)... Bisogna fare alcune puntualizzazioni.
Per prima cosa la mano (e l'articolazione del polso) non è fatta per essere usata come una mazza, ma per stringere, afferrare, manipolare... Accarezzare! Se vogliamo usare i pugni come arma dobbiamo allenare e “indurire” in maniera sistematica le nostre mani e l'unica maniera per farlo è quella di colpire ripetutamente e sistematicamente un sacco pesante, in primo luogo per allenarci a trasmettere il nostro peso e la nostra forza in ogni colpo e in secondo luogo indurire la pelle delle mani. Dopo un lungo (e doloroso!) periodo d'allenamento, le fibre ossee di mani e braccia si orienteranno nella direzione dei colpi, rendendoci più efficaci e resistenti.
Senza questo lungo e doloroso “condizionamento” si correrebbe il rischio di spezzarsi (o dislocarsi) una o più falangi oppure il polso... Ma questo pericolo non si potrà mai eliminare del tutto!
Guardate i pugili. Le loro mani sono allenate ed indurite da anni di esercizi di indurimento, sono protette da una generosa fasciatura e da pesanti guantoni imbottiti, eppure l'infortunio di gran lunga più diffuso è la frattura o la dislocazione di mani e polsi.
Quando colpiamo con un pugno le robuste strutture ossee dell'arcata oculare o della fronte la mano subisce uno shock terribile e, anche se questa è ben allenata e “indurita”, quasi sicuramente ci frattureremo perlomeno una falange. Per non parlare se impattiamo con la mano su altre zone “dure”, come ad esempio i gomiti.
Ma c'è un'altra cattiva notizia per i seguaci dell'arte di Fistiana: senza guantoni i pugni sono notevolmente meno efficaci e non riescono a trasmettere pienamente la nostra forza-peso!
Per capire meglio questo apparente paradosso, osserviamo uno dei colpi più efficaci della boxe moderna, il gancio alla mascella. Con i guantoni è relativamente facile da eseguire e non serve mirare con grande precisione: la superficie del guantone rende la nostra mano un “pezzo unico”, una vera e propria mazza e, pur non facendo troppi danni a livello epidermico, riesce a trasmettere pienamente la nostra forza-peso sul bersaglio. In questo caso il risultato sarà un immediato KO dell'avversario.
Senza guantoni il discorso cambia totalmente: se non si colpisce la mandibola con precisione millimetrica, non solo non avremo nessun KO, ma ci ritroveremo con una falange o un dito fratturato. Ma anche nel caso di centro perfetto le probabilità di mettere KO l'avversario saranno drasticamente ridotte.
Gli atleti del vecchio pugilato senza guantoni (Bare-knucle boxing) conoscevano benissimo questo problema ed infatti i ganci erano pressochè inesistenti, inoltre la massima preoccupazione dei pugili era la tutela delle mani.
Anche gli antichi pugilatori romani conoscevano il problema ed usavano proteggersi le mani con delle strisce di cuoio ricoperte da borchie metalliche (queste protezioni erano chiamate “cesti”).
In conclusione, i pugni possono essere usati (con molta prudenza!) solamente dai pugili e da chi ha le mani particolarmente robuste e callose. Gli altri... E' meglio che lascino perdere!
La mano può essere però utilizzata in altre maniere molto più semplici ed efficaci del pugno, specialmente da una persona “media” senza alcun allenamento specifico e ancor più dalle donne. Esistono metodi e tecniche estremamente efficaci e studiati per permettere a chiunque di abbattere qualsiasi avversario, anche se più grande e grosso di noi.
Con queste tecniche particolari, nella Seconda Guerra Mondiale, delle ragazze di 50 kg di peso sono riuscite a mettere KO omaccioni che pesavano il doppio di loro!
Per prima cosa la mano (e l'articolazione del polso) non è fatta per essere usata come una mazza, ma per stringere, afferrare, manipolare... Accarezzare! Se vogliamo usare i pugni come arma dobbiamo allenare e “indurire” in maniera sistematica le nostre mani e l'unica maniera per farlo è quella di colpire ripetutamente e sistematicamente un sacco pesante, in primo luogo per allenarci a trasmettere il nostro peso e la nostra forza in ogni colpo e in secondo luogo indurire la pelle delle mani. Dopo un lungo (e doloroso!) periodo d'allenamento, le fibre ossee di mani e braccia si orienteranno nella direzione dei colpi, rendendoci più efficaci e resistenti.
Senza questo lungo e doloroso “condizionamento” si correrebbe il rischio di spezzarsi (o dislocarsi) una o più falangi oppure il polso... Ma questo pericolo non si potrà mai eliminare del tutto!
Guardate i pugili. Le loro mani sono allenate ed indurite da anni di esercizi di indurimento, sono protette da una generosa fasciatura e da pesanti guantoni imbottiti, eppure l'infortunio di gran lunga più diffuso è la frattura o la dislocazione di mani e polsi.
Quando colpiamo con un pugno le robuste strutture ossee dell'arcata oculare o della fronte la mano subisce uno shock terribile e, anche se questa è ben allenata e “indurita”, quasi sicuramente ci frattureremo perlomeno una falange. Per non parlare se impattiamo con la mano su altre zone “dure”, come ad esempio i gomiti.
Ma c'è un'altra cattiva notizia per i seguaci dell'arte di Fistiana: senza guantoni i pugni sono notevolmente meno efficaci e non riescono a trasmettere pienamente la nostra forza-peso!
Per capire meglio questo apparente paradosso, osserviamo uno dei colpi più efficaci della boxe moderna, il gancio alla mascella. Con i guantoni è relativamente facile da eseguire e non serve mirare con grande precisione: la superficie del guantone rende la nostra mano un “pezzo unico”, una vera e propria mazza e, pur non facendo troppi danni a livello epidermico, riesce a trasmettere pienamente la nostra forza-peso sul bersaglio. In questo caso il risultato sarà un immediato KO dell'avversario.
Senza guantoni il discorso cambia totalmente: se non si colpisce la mandibola con precisione millimetrica, non solo non avremo nessun KO, ma ci ritroveremo con una falange o un dito fratturato. Ma anche nel caso di centro perfetto le probabilità di mettere KO l'avversario saranno drasticamente ridotte.
Gli atleti del vecchio pugilato senza guantoni (Bare-knucle boxing) conoscevano benissimo questo problema ed infatti i ganci erano pressochè inesistenti, inoltre la massima preoccupazione dei pugili era la tutela delle mani.
Anche gli antichi pugilatori romani conoscevano il problema ed usavano proteggersi le mani con delle strisce di cuoio ricoperte da borchie metalliche (queste protezioni erano chiamate “cesti”).
In conclusione, i pugni possono essere usati (con molta prudenza!) solamente dai pugili e da chi ha le mani particolarmente robuste e callose. Gli altri... E' meglio che lascino perdere!
La mano può essere però utilizzata in altre maniere molto più semplici ed efficaci del pugno, specialmente da una persona “media” senza alcun allenamento specifico e ancor più dalle donne. Esistono metodi e tecniche estremamente efficaci e studiati per permettere a chiunque di abbattere qualsiasi avversario, anche se più grande e grosso di noi.
Con queste tecniche particolari, nella Seconda Guerra Mondiale, delle ragazze di 50 kg di peso sono riuscite a mettere KO omaccioni che pesavano il doppio di loro!
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